Aspettando la persona Giusta

NATALIA GINZBURG (da Le piccole virtù, Einaudi Torino)

Soffriamo di un ‘ immensa timidezza in presenza delle persone di un sesso diverso dal nostro, nella paura che una di loro sia la persona giusta per noi e che possiamo perderla con una parola. Pensiamo a lungo tutte le parole prima di pronunciarle, e le pronunciamo in fretta con voce strozzata; la paura ci dà uno sguardo cupo e dei piccoli gesti secchi; ce ne rendiamo conto, ma ci diciamo che la persona fatta per noi dovrà riconoscerci, anche a quei gesti secchi e a quella voce strozzata; se non mostra di accorgersi di noi, è perché non è la persona giusta; la persona giusta ci riconoscerà e ci sceglierà tra mille.

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Aspettiamo la persona giusta; ogni giorno alzandoci al mattino ci diciamo che potrà proprio essere per quel giorno l’ incontro; ci vestiamo e ci pettiniamo con cura infinita, vincendo la voglia di uscire con un vecchio impermeabile e delle scarpe sformate: la persona giusta può trovarsi all’angolo della strada.
Mille e mille volte ci crediamo in presenza della persona fatta per noi: il nostro cuore batte tumultuosamente al suon di un nome, alla curva di un naso o di un sorriso, solo perché noi abbiamo deciso di di colpo che quello è il naso e il nome il sorriso della persona fatta per noi: un’automobile con le ruote gialle, una vecchia signora, ci fanno impetuosamente arrossire, perché noi li crediamo l’automobile e la madre della persona giusta per noi: l’automobile dove faremo il nostro viaggio di nozze, la madre che dovrà benedirci. Di colpo ci accorgiamo di esserci sbagliati, non era quella la persona giusta, le siamo assolutamente indifferenti e non ne soffriamo perché non abbiamo il tempo di soffrire: di colpo l’automobile con le ruote gialle, il nome e il sorriso precipitano fra le mille cose inutili che circondano la nostra vita.
Ma non abbiamo tempo di soffrire: stiamo partendo per la villeggiatura e siamo assolutamente certi che in villeggiatura incontreremo la persona giusta; ci separiamo quasi senza dolore dal nostro amico, sicuri che il treno ci porterà dalla persona giusta; e l’ amico dal canto suo è sicuro della stessa cosa per sè. Chissà perché d’un tratto siamo certi che la persona giusta si incontra in villeggiatura d’estate.
Passano i lunghi mesi dell’ estate noiosi e in solitudine; scriviamo al nostro amico delle lettere interminabili per consolarci del mancato incontro raccogliamo accuratamente giudizi favorevoli su di noi dati da vecchi conoscenti di famiglia o da vecchi parenti.
Nell’autunno dobbiamo confessare a noi stessi che non è successo niente di straordinario: ma non siamo delusi, è l’autunno,si ritrova con animazione e piacere l’ amico e gli altri compagni; ci buttiamo contenti nell’autunno, la persona giusta ci aspetta forse all’angolo del viale.

Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato

“Avrei tanto desiderato che tutto ciò non fosse accaduto ai miei giorni!”, esclamò Frodo. “Non tocca a noi scegliere. Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato” (da J.R.R. Tolkien)

“Ah!”, esclamò Gandalf. “È una lunga storia. Risale ai primordi, su su fino agli Anni Neri, che solo i dotti e gli eruditi ricordano ancora. Se ti dovessi raccontare tutta la storia, saremmo ancora seduti qui quando l’inverno sarà succeduto alla primavera.
“Ma ieri sera ti ho parlato di Sauron il Grande, l’Oscuro Signore. Le voci che corrono sono vere: egli s’è messo di nuovo in movimento, abbandonando il suo forte nel Bosco Atro per ritornare ad abitare la vecchia fortezza nella Torre Oscura. È un nome che persino voi Hobbit avete sentito, come un’ombra ai confini delle vecchie storie. Sempre, dopo una disfatta ed una tregua, l’Ombra si trasforma e s’ingigantisce nuovamente”. “Avrei tanto desiderato che tutto ciò non fosse accaduto ai miei giorni!”, esclamò Frodo. “Anch’io”, annuì Gandalf, “come d’altronde tutti coloro che vivono questi avvenimenti. Ma non tocca a noi scegliere. Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato. E ormai i giorni cominciano ad apparire neri e foschi. Il Nemico sta diventando rapidamente molto forte. I suoi piani sono lungi dall’essere maturi, credo, ma sono già a buon punto. Dovremo lottare con accanimento. Avremmo dovuto farlo anche senza questo terribile evento. Al Nemico manca ancora una cosa che gli possa dare la forza e la scienza necessarie a demolire ogni resistenza, distruggere le ultime difese e far piombare tutte le terre in una seconda oscurità: gli manca un Anello: l’Unico”.

da J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli, Bompiani, Milano, 2004, pp. 87-88

Not All Those Who Wander Are Lost

“Not all those who wander are lost” (“Non tutti coloro che vagano sono perduti”).

J. R.R. Tolkien, La compagnia dell’anello

 

 “Solo agli erranti – recita un proverbio inglese – giunge sempre nuovo lo shock della bellezza. Che poi errare nella nostra lingua significhi sia vagabondare che sbagliare non è un caso.”

All that is gold does not glitter
Not all those who wander are lost;
The old that is strong does not wither,
Deep roots are not reached by the frost.
From the ashes a fire shall be woken,
A light from the shadows shall spring;
Renewed shall be blade that was broken,
The crownless again shall be king

Non tutto quel ch’è oro brilla,
Né gli erranti son perduti;
Il vecchio ch’è forte non s’aggrinza,
Le radici profonde non gelano.
Dalle ceneri rinascerà un fuoco,
L’ombra sprigionerà una scintilla;
Nuova sarà la lama ora rotta,
E re quei ch’è senza corona.

(J. R. R. Tolkien – La compagnia dell’anello)

La Vita per Charlie Chaplin

La vita è troppo bella per essere insignificante.
Ho perdonato errori quasi imperdonabili, ho provato a sostituire persone insostituibili e dimenticato persone indimenticabili. Ho agito per impulso, sono stato deluso dalle persone che non pensavo lo potessero fare, ma anch’io ho deluso. Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo; mi sono fatto amici per l’eternità.. ..Ho riso quando non era necessario, ho amato e sono stato riamato, ma sono stato anche respinto. Sono stato amato e non ho saputo ricambiare. Ho gridato e saltato per tante gioie, tante. Ho vissuto d’amore e fatto promesse di eternità, ma mi sono bruciato il cuore tante volte! Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto. Ho telefonato solo per ascoltare una voce. Io sono di nuovo innamorato di un sorriso. Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e… ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale (che ho finito per perdere)… ma sono sopravvissuto! E vivo ancora! E la vita, non mi stanca… E anche tu non dovrai stancartene. Vivi! È veramente buono battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione, perdere con classe e vincere osando, perchè il mondo appartiene a chi osa! La Vita è troppo bella per essere insignificante!

[Charlie Chaplin]

Ritagli da “Il Signore degli Anelli”

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 229 | Pos. 3511-20 | Aggiunta il domenica 1 febbraio 15 15:08:10 Ora media di Greenwich

“Naturalmente, qualche volta ho già meditato di partirmene, ma come per una specie di vacanza, una serie di avventure simili a quelle di Bilbo o ancora più belle, con una conclusione pacifica e rassicurante. Ma ora si tratterebbe di esilio, di una fuga dal pericolo nel pericolo, trascinandolo appresso a me. E suppongo che dovrò partire solo, per compiere quest’impresa e salvare la Contea. Ma, come mi sento piccolo, sradicato e… disperato. Il Nemico è talmente forte e terribile!”. Non confessò a Gandalf il violento desiderio che si era impadronito di lui mentre parlava: il desiderio di seguire Bilbo e la speranza di riuscire forse persino a rintracciarlo. Diventò così forte da vincere la paura: sarebbe corso fuori di là con piacere, per poi percorrere rapido e veloce la strada, senza cappello, come aveva fatto Bilbo una mattina simile di tanti anni addietro. “Mio caro Frodo!”, esclamò Gandalf “Gli Hobbit sono veramente esseri stupefacenti, come ho sempre sostenuto. Puoi imparare tutto sui loro usi e costumi in un mese, e tuttavia dopo cento anni riescono a meravigliarti ed a stupirti. Non osavo aspettarmi una risposta simile, nemmeno da te. Ma Bilbo non sbagliò nella scelta del suo successore, pur non avendo la più vaga idea dell’importantissima parte che costui era destinato a sostenere…

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 257 | Pos. 3927-30 | Aggiunta il domenica 1 febbraio 15 16:42:36 Ora media di Greenwich

“Ma la Contea non appartiene solo a voi”, disse Gildor. “Altri l’hanno abitata prima degli Hobbit, ed altri ancora l’abiteranno quando non ci sarete più. Il mondo si estende tutt’intorno a voi: potete rinchiudervi in un recinto, ma non potete impedire per sempre al mondo di penetrarvi”. “Lo so; eppure ho sempre creduto la Contea tanto sicura e tranquilla.”

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 258 | Pos. 3951-53 | Aggiunta il domenica 1 febbraio 15 16:47:12 Ora media di Greenwich

“Ma dove troverò il coraggio necessario?”, chiese Frodo. “E’ ciò di cui ho più bisogno”. “Lo troverai nei luoghi più impensati”, disse Gildor. “Spera il meglio! E ora dormi! Quando vi sveglierete domattina saremo già partiti; ma dirameremo messaggi in tutti i paesi.”

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 496 | Pos. 7606-10 | Aggiunta il lunedì 29 giugno 15 09:20:00 Ora media di Greenwich

“Non ti posso dare molto aiuto e nemmeno utili consigli”, disse Elrond. “Mi è possibile prevedere ben poco del tuo cammino, e ignoro come il tuo compito possa giungere a termine. L’Ombra è giunta strisciando sino ai piedi delle Montagne, e si sta già avvicinando alle rive dell’Inondagrigio, e tutto ciò che l’Ombra nasconde è buio ai miei occhi. Incontrerai molti nemici, gli uni travestiti, gli altri manifesti, e troverai forse degli amici lungo la strada quando meno li aspetti. Io invierò tutti i messaggi che mi sarà possibile a coloro che conosco nel vasto mondo; ma son tali ormai le insidie ed i perigli lungo la via, ch’è probabile che alcuni vadano smarriti, o non giungano prima di te.

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 589 | Pos. 9020-23 | Aggiunta il venerdì 24 luglio 15 15:19:43 Ora media di Greenwich

“Non avevo mai messo piede fuori del mio paese, e se avessi saputo com’è il resto del mondo, non credo che avrei avuto il coraggio di partire”. “Neanche per vedere la dolce Lothlòrien?”, disse Haldir. “Il mondo è davvero pieno di pericoli, e vi sono molti posti oscuri; ma si trovano ancora delle cose belle, e nonostante che l’amore sia ovunque mescolato al dolore, esso cresce forse più forte.

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 652 | Pos. 9994-10001 | Aggiunta il domenica 9 agosto 15 15:21:56 Ora media di Greenwich

Contro la via che pare più agevole. Contro lo scrollarmi di dosso il peso che grava sulle mie spalle. Contro… ebbene, poichè vuoi che te lo dica, contro la fiducia nella forza e nella sincerità degli Uomini”. “Eppure quella forza ti ha a lungo protetto nel tuo piccolo paese lontano, quantunque ne fossi ignaro”. “Non metto in dubbio il valore della tua gente. Ma il mondo sta cambiando. Le mura di Minas Tirith sono forse robuste, ma non abbastanza. Se dovessero cedere, cos’accadrebbe?”. “Troveremmo sul campo una morte intrepida. Ma vi è ancora speranza che le mura non cedano”. “La speranza non esiste, finchè esiste l’Anello”, disse Frodo. “Ah! L’Anello!”, ripetè Boromir, e lo sguardo gli si illuminò. “Non è forse uno strano destino, dover soffrire tanta paura e tante incertezze per un oggetto così minuto? Un oggetto così minuto! E io l’ho appena intravisto un attimo nella Casa di Elrond. Permetti che gli dia un altro sguardo?”. Frodo levò gli occhi su Boromir.

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 779 | Pos. 11932-34 | Aggiunta il martedì 1 settembre 15 16:09:51 GMT+02:03

“No”, rispose Gandalf. “Non è quella la via che dovete prendere. Ho detto parole di speranza, ma nulla più che di speranza. La speranza non è la vittoria. La guerra incombe su di noi e su tutti i nostri amici, una guerra in cui soltanto l’uso dell’Anello potrebbe assicurarci la vittoria.

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 791 | Pos. 12117-18 | Aggiunta il martedì 1 settembre 15 17:38:12 GMT+02:03

“Attendete qui qualche istante, e vi riferirò la risposta che gli parrà giusta. Ma non fatevi troppe illusioni! Questi sono tempi oscuri”.

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 797 | Pos. 12220-25 | Aggiunta il martedì 1 settembre 15 18:00:53 GMT+02:03

“Ed ora, Thèoden figlio di Thengel, vuoi ascoltarmi?”, disse Gandalf. “Hai bisogno d’aiuto?”. Alzò il bastone puntandolo verso un’alta finestra. Ivi l’oscurità parve diradarsi e dall’apertura si scorse, alto e lontano, un pezzo di cielo lucente. “Non tutto è oscuro. Abbi fede, Signore del Mark, perché non troverai aiuto migliore. Non ho consigli da dare ai disperati; eppure a te potrei dare consigli e pronunziare parole di speranza. Vuoi udirle? Non sono per tutte le orecchie. Ti prego di venir con me davanti alle tue porte e di mirare lontano. Troppo a lungo sei rimasto seduto nelle ombre, fidando in racconti contorti e suggerimenti disonestià. Thèoden si alzò lentamente.

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 798 | Pos. 12236-39 | Aggiunta il martedì 1 settembre 15 18:04:35 GMT+02:03

“Ora, sire”, disse Gandalf, “guarda la tua terra! Respira di nuovo l’aria libera!”. Dal porticato in cima all’alta terrazza scorgevano al di là del fiume le verdi praterie di Rohan sbiadire in un lontano grigio. Cortine di pioggia cadevano oblique sospinte dal vento. Il cielo sopra il loro capo e ad ovest era ancora scuro di tempesta, e lontani lampi balenavano fra le vette di colli invisibili. Ma il vento aveva girato a nord, e gi§ il temporale si allontanava rombando verso il mare.

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 800 | Pos. 12256-62 | Aggiunta il martedì 1 settembre 15 18:08:41 GMT+02:03

Adesso vivi, sire. Gondor e Rohan non sono soli. Il nemico è incredibilmente forte, tuttavia noi abbiamo una speranza ch’egli non immagina nemmeno”. Gandalf si mise allora a parlare rapidamente; la sua voce era bassa e misteriosa, e nessuno oltre il re udì ciò che diceva. Ma a mano a mano che andava avanti, la luce negli occhi di Thèoden divenne più intensa, finchè il re si levò in tutta la sua statura e, assieme a Gandalf, fece spaziare il suo sguardo da quel posto elevato sino ad oriente. “Veramente”, disse con voce ora chiara e intensa lo stregone, “proprio lì ove si trova il nostro più grande terrore, è anche la nostra speranza. Il destino è ancora appeso a un filo, ma non è il momento di disperare, se riusciamo a resistere per poco tempo ancora”.

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 924 | Pos. 14161-63 | Aggiunta il giovedì 3 settembre 15 22:27:38 GMT+02:03

Non ho nessuna pietà per Gollum. Merita la morte. Se la merita! E come! Molti tra i vivi meritano la morte. E alcuni che sono morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi, sappi che nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze.

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 1007 | Pos. 15427-30 | Aggiunta il mercoledì 9 settembre 15 18:34:17 GMT+02:03

“Sapeste com’è bella, signore! Stupenda! A volte come un grande albero in fiore, a volte come un bianco narciso, piccolo ed esile. Dura come un diamante, soffice come un raggio di luna. Calda come sole, fredda come il gelo delle stelle. Fiera e distante come un monte di neve, più allegra di una ragazza che di primavera s’intreccia margherite fra i capelli. Ma sono tutte sciocchezze, e non rendono per nulla l’idea”.

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 1047 | Pos. 16048-60 | Aggiunta il sabato 19 settembre 15 18:37:29 GMT+02:03

Penso agli atti coraggiosi delle antiche storie e canzoni, signor Frodo, quelle ch’io chiamavo avventure. Credevo che i meravigliosi protagonisti delle leggende partissero in cerca di esse, perchè le desideravano, essendo cose entusiasmanti che interrompevano la monotonia della vita, uno svago, un divertimento. Ma non accadeva cosà nei racconti veramente importanti, in quelli che rimangono nella mente. Improvvisamente la gente si trovava coinvolta, e quello, come dite voi, era il loro sentiero. Penso che anche essi come noi ebbero molte occasioni di tornare indietro, ma non lo fecero. E se lo avessero fatto noi non lo sapremmo, perché sarebbero stati obliati. Noi sappiamo di coloro che proseguirono, e non tutti verso una felice fine, badate bene; o comunque non verso quella che i protagonisti di una storia chiamano una felice fine. Capite quel che intendo dire: tornare a casa e trovare tutto a posto, anche se un po’ cambiato…. come il vecchio signor Bilbo. Ma probabilmente non sono quelle le migliori storie da ascoltare, pur essendo le migliori da vivere! Chissà in quale tipo di vicenda siamo piombati!”. “Chissà!”, disse Frodo. “Io lo ignoro. E così accade per ogni storia vera. Prendine una qualsiasi fra quelle che ami. Tu potresti sapere o indovinare di che genere di storia si tratta, se finisce bene o male, ma la gente che la vive non lo sa, e tu non vuoi che lo sappia”. “No, signore, proprio come dite voi. Per esempio Beren, il quale mai avrebbe pensato di poter togliere il Silmaril dalla Corona Ferrea a Thangorodrim, eppure vi riuscì: e quello era un posto assai più nero e pericoloso di codesto ove ci troviamo noi. Ma certo quella era una lunga storia, al di là della felicità e della tristezza… e il Silmaril fu tramandato a Eèrendil.

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 1049 | Pos. 16075-81 | Aggiunta il sabato 19 settembre 15 18:41:13 GMT+02:03

Tu ed io, Sam, siamo ancora fermi nel punto peggiore della storia, ed è assai probabile che qualcuno a questo punto dica: “Chiudi il libro adesso, papà, non ho più voglia di leggere””. “Forse”, disse Sam, “ma io certo non direi una cosa del genere. Ciò che è passato e finito e fa parte di un lungo racconto, è assai diverso. Persino Gollum potrebbe venir bene in una favola, in ogni caso meglio che averlo accanto a sè. Dice che un tempo anche a lui piacevano molto le storie. Chissà se si prende per l’eroe o per il cattivo? “Gollum!”, chiamò. “Ti piacerebbe essere l’eroe… Ma dove diavolo si è cacciato?”. Non vi era traccia di Gollum all’ingresso del loro rifugio, nè fra le vicine ombre. Aveva rifiutato il loro cibo, pur avendo, come al solito, accettato un sorso d’acqua;

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 1249 | Pos. 19150-57 | Aggiunta il domenica 3 gennaio 16 20:58:37 GMT+02:03

“Andremo immediatamente”, disse Imrahil, e si salutarono con parole cortesi. “Quello è un nobile sire e un grande capitano di uomini”, disse Legolas. “Se Gondor possiede ancora uomini simili in questi giorni di decadenza, quanto grande dev’essere stata la sua gloria all’epoca del suo apogeo!”. “Indubbiamente le migliori opere in pietra sono le più antiche e risalgono ai tempi della prima costruzione”, disse Gimli. “Ed è sempre così per tutte le cose che gli Uomini incominciano: una gelata in primavera, o la siccità in estate, ed essi non portano a compimento la loro promessa”. “Eppure è raro che i loro semi non germoglino”, disse Legolas. “Anche in mezzo alla polvere o al marcio, li si vede improvvisamente spuntare nei luoghi più imprevisti. Le azioni degli Uomini sopravvivranno alle nostre, Gimli”. “Riducendosi però dopo tutto a potenzialità fallite, suppongo”, disse il Nano. “A ciò gli Elfi non sanno rispondere”, disse Legolas.

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 1292 | Pos. 19806-8 | Aggiunta il domenica 20 marzo 16 19:52:07 GMT+02:03

Del mio viaggio la fine è arrivata, delle tenebre orribile è il peso, ma oltre torre alta e alata, oltre monte e pendio scosceso, sulle ombre il Sole si è alzato e le Stelle brillano in cielo. Non dirò che il Giorno è passato, che le Stelle portano un velo.

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 1329 | Pos. 20373-84 | Aggiunta il sabato 9 aprile 16 18:29:26 GMT+02:03

Le lacrime gli sgorgarono abbondanti dagli occhi al pensiero di gettarli via. “Ricordate quel pezzetto di coniglio, signor Frodo?”, disse. “E il nostro rifugio caldo nel paese del Capitano Faramir, il giorno che vidi un olifante?”. “No, temo di no, Sam”, disse Frodo. “O, piuttosto, so che sono cose accadute, ma non riesco a vederle. Nè il sapore del cibo, nè il gusto dell’acqua, nè il rumore del vento, nè il ricordo d’erba, albero o fiore, nè l’immagine della luna e delle stelle sopravvivono in me. Sono nudo nell’oscurità, Sam, e non vi sono veli fra me e il turbine di fuoco. Incomincio a vederla anche ad occhi aperti, e ogni altra cosa scompare”. Sam gli si avvicinò baciandogli la mano. “Allora quanto prima ce ne liberiamo, tanto prima riposeremo”, disse esitante, incapace di trovare parole migliori. “Parlare non serve”, si disse, radunando tutto ciò che avevano deciso di abbandonare. Non intendeva certo lasciarlo lì in mezzo al deserto affinché chiunque potesse vederlo. “Scurrile a quanto pare ha raccolto quella cotta di maglia, ma non vi aggiungerà una spada. Le sue mani sono già abbastanza malvagie quando sono vuote. E non gli permetterò di giocare con le mie pentole!”. E con ciò prese tutta la roba e la gettò in una delle grandi crepe che squarciavano in lungo e in largo la pianura. Il fragore delle sue preziose pentole che precipitavano nel buio fu per il suo cuore come un rintocco funebre.

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 1342 | Pos. 20576-78 | Aggiunta il domenica 24 aprile 16 17:31:15 GMT+02:03

Ma ora egli è scomparso, scomparso per sempre”. “Sì, disse Frodo. “Ma ricordi le parole di Gandalf: Persino Gollum potrebbe avere ancora qualcosa da fare? Se non fosse stato per lui, Sam, non avrei distrutto l’Anello. La Missione sarebbe stata vana, proprio alla fine. Quindi, perdoniamolo! La Missione è compiuta, e tutto è passato. Sono felice che tu sia qui con me. Qui, alla fine di ogni cosa, Sam”.

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 1401 | Pos. 21478-83 | Aggiunta il lunedì 25 aprile 16 00:17:37 GMT+02:03

Non vengo con voi nella Contea. Dovete sistemare da soli le sue faccende; è per questo che siete stati allenati. Non avete ancora capito? Il mio tempo è finito: non tocca più a me ormai sistemare le cose, nè aiutare gli altri a farlo. E quanto a voi, cari amici miei, non avrete bisogno di aiuto. Siete adulti, ormai. Siete cresciuti molto, fate parte dei grandi, e non temo più nulla per nessuno di voi. “Ma se volete saperlo, io vi lascerò presto: sto andando a conversare con Bombadil, una bella conversazione come non l’abbiamo fatta mai. Egli è un raccoglitore di muschio, e io sono stato una pietra destinata a rotolare. Ma il rotolare sta per finire, ed ora avremo molte cose da dirci”.

Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien)

– Evidenziazione a pagina 1443 | Pos. 22122-23 | Aggiunta il lunedì 25 aprile 16 12:40:08 GMT+02:03

Ebbene, cari amici, qui sulle rive del Mare finisce la nostra compagnia nella Terra di Mezzo. Andate in pace! Non dirò: “Non piangete”, perché non tutte le lacrime sono un male”.

Ritagli da “L’insostenibile leggerezza dell’essere”

L’insostenibile leggerezza dell’essere (Milan Kundera)

– Evidenziazione a pagina 141 | Pos. 2159-69 | Aggiunta il domenica 14 settembre 14 14:28:14 Ora media di Greenwich

Chi pensa che i regimi comunisti dell’Europa Centrale siano esclusivamente opera di criminali, si lascia sfuggire una verità fondamentale: i regimi criminali non furono creati da criminali ma da entusiasti, convinti di aver scoperto l’unica strada per il paradiso. Essi difesero con coraggio quella strada, giustiziando per questo molte persone. In seguito, fu chiaro che il paradiso non esisteva e che gli entusiasti erano quindi degli assassini. Allora tutti cominciarono a inveire contro i comunisti: Siete responsabili delle sventure del paese (è impoverito e ridotto in rovina), della perdita della sua indipendenza (è caduto in mano alla Russia), degli assassini giudiziari! Coloro che venivano accusati rispondevano: Noi non sapevamo! Siamo stati ingannati! Noi ci credevamo! Nel profondo del cuore siamo innocenti! La discussione si riduceva a questa domanda; Davvero loro non sapevano? Oppure facevano solo finta di non aver saputo nulla? Tomáš seguiva la discussione (così come la seguivano tutti i dieci milioni di cechi) e si diceva che tra i comunisti c’era sicuramente chi non era del tutto all’oscuro (dovevano pur sempre aver sentito parlare degli orrori che erano stati commessi e che venivano ancora commessi nella Russia postrivoluzionaria). Ma era probabile che la maggior parte di loro non ne sapesse davvero nulla.

L’insostenibile leggerezza dell’essere (Milan Kundera)

– Evidenziazione a pagina 173 | Pos. 2649-50 | Aggiunta il domenica 14 settembre 14 15:44:25 Ora media di Greenwich

L’amore comincia con una metafora. In altri termini: l’amore comincia nell’istante in cui la donna si iscrive con la sua prima parola nella nostra memoria poetica.

Ritagli tratti da “Narciso e Boccadoro”

Narciso e Boccadoro (Hermann Hesse)

– Evidenziazione a pagina 368 | Pos. 5637-60 | Aggiunta il venerdì 15 agosto 14 14:28:59 Ora media di Greenwich

Stava devotamente dinanzi a quelle statue venerande, in cui viveva ancora il cuore di un’epoca da lungo tempo trascorsa, e le angosce e le estasi di generazioni scomparse da un pezzo, irrigidite nella pietra, sfidavano ancora da secoli la caducità. Nel suo cuore inselvatichito sorgeva tremante e umile il sentimento della venerazione e un orrore per la sua vita sciupata e consumata. Fece quello che da gran tempo non faceva, cercò un confessionale, per confessarsi e per farsi punire.   Ma se nella chiesa c’erano confessionali, in nessuno si trovava un prete; erano morti, giacevano all’ospedale, erano fuggiti, temevano il contagio. La chiesa era deserta, i passi di Boccadoro risonavano cupi sotto la volta di pietra. Egli s’inginocchiò davanti ad uno dei confessionali vuoti, chiuse gli occhi e mormorò dentro la grata: –Buon Dio, vedi ciò ch’è avvenuto di me. Ritorno dal mondo e sono diventato un uomo cattivo ed inutile, ho sprecato i miei anni di gioventù come un dissipatore, ben poco si è salvato. Ho ucciso, ho rubato, ho fornicato, ho vissuto in ozio e mangiato il pane degli altri. Buon Dio, perché ci hai creati così, perché ci conduci per vie simili? Non siamo noi tuoi figli? Il Figlio tuo non è morto per noi? Non ci sono santi e angeli per giudicarci? O sono tutte belle storie inventate, che si raccontano ai bambini e di cui ridono i preti stessi? Io ho perduto la fiducia in te, Padre, hai creato male il mondo, lo tieni in ordine male. Ho veduto case e strade piene di morti, ho veduto ricchi barricarsi nelle loro case o fuggire, e i poveri lasciare i loro fratelli insepolti, e gli uni diventare sospetti agli altri e ammazzare gli ebrei come bestie. Ho veduto tanti innocenti soffrire e perire e tanti malvagi nuotare nel benessere. Ci hai dunque del tutto dimenticati e abbandonati, la tua creazione t’è venuta in uggia, vuoi lasciarci andare tutti alla malora?

Narciso e Boccadoro (Hermann Hesse)

– Evidenziazione a pagina 370 | Pos. 5661-73 | Aggiunta il venerdì 15 agosto 14 14:31:17 Ora media di Greenwich

Sospirando uscì dall’alto portale e vide le statue di pietra silenziose, angeli e santi, magri ed alti nei rigidi drappeggi delle loro vesti, immobili, irraggiungibili, sovrumani e pur creati da mano umana e da spirito umano. Stavano lassù nelle loro nicchie ristrette, severi e sordi inaccessibili a preghiere e a domande, eppure erano un infinito conforto, erano una vittoria trionfante sulla morte e sulla disperazione, nella loro maestà e nella loro bellezza sopravviventi all’estinguersi di una generazione umana dopo l’altra. Ah, se ci fosse stata là anche la bella ebrea Rebecca e la povera Lena arsa insieme alla capanna e la povera Lidia e maestro Nicola ! Ma un giorno ci sarebbero stati e avrebbero avuto vita duratura, egli stesso li avrebbe presentati, e le loro figure, che in quel momento significavano per lui amore e tormento, ansia e passione, si sarebbero erette un giorno davanti ai posteri, senza nome e senza storia, pacati e taciti simboli della vita umana.

Narciso e Boccadoro (Hermann Hesse)

– Evidenziazione a pagina 402 | Pos. 6164-82 | Aggiunta il venerdì 15 agosto 14 15:14:53 Ora media di Greenwich

Pareva che tutta l’esistenza fosse basata sulla duplicità, sul contrasto: donna o uomo, vagabondo o borghe succio, uomo d’intelletto o di sentimento; aspirare ed esplorare insieme, essere uomo e donna, conciliare libertà ed ordine, istinto e spirito, non era possibile; bisognava sempre pagare l’una cosa con la perdita dell’altra e sempre l’una era altrettanto importante e desiderabile quanto l’altra! Le donne forse avevano in questo la via più facile. In loro la natura aveva fatto in modo che il piacere portasse da sé il suo frutto e che dalla felicità dell’amore nascesse il figlio. Nell’uomo in luogo di questa semplice fecondità c’era l’eterna aspirazione. Il Dio che aveva creato tutto questo era dunque cattivo od ostile, rideva forse con gioia maligna della sua propria creazione? No, non poteva essere cattivo, se aveva creato i caprioli e i cervi, i pesci e gli uccelli, il bosco, i fiori, le stagioni. Ma c’era   una scissione nella sua creazione, sia che questa fosse mal riuscita e imperfetta, sia che Dio lasciando nell’esistenza umana tale lacuna e tale aspirazione insoddisfatta avesse intenzioni sue particolari, sia che ciò fosse il seme del nemico, il peccato originale. Ma perché quest’aspirazione insoddisfatta doveva esser peccato? Non nasceva da essa tutto ciò che di bello e di santo l’uomo aveva creato e reso a Dio come un’offerta di gratitudine?

Narciso e Boccadoro (Hermann Hesse)

– Evidenziazione a pagina 501 | Pos. 7676-92 | Aggiunta il mercoledì 27 agosto 14 12:06:34 Ora media di Greenwich

— Boccadoro, — gli sussurrò l’amico all’orecchio, — perdonami di non avertelo saputo dire prima. Avrei dovuto dirtelo allora, quando venni a cercarti nella tua prigione, nella residenza del vescovo, o quando vidi le tue prime figure, o qualche altra volta. Lascia che te lo dica oggi quanto ti voglio bene, quanto tu sei stato sempre per me, come hai arricchito la mia vita. Per te non avrò molta importanza. Tu sei abituato all’amore, esso non è nulla di strano per te, sei stato amato e viziato da tante donne. Per me è un’altra cosa. La mia vita è stata povera d’amore, mi è mancato il meglio. Il nostro abate Daniele mi diceva un giorno ch’io gli sembravo orgoglioso: forse aveva ragione. Io non sono ingiusto verso gli uomini, mi sforzo di essere giusto e paziente con loro, ma non li ho mai amati. Di due eruditi che ci siano nel convento, il più erudito mi è più caro; a un debole scienziato non ho mai potuto voler bene, passando sopra alla sua debolezza. Se tuttavia so che cos’è l’amore, è per merito tuo. Te ho potuto amare, te solo fra gli uomini. Tu non puoi misurare ciò che significhi. Significa la sorgente in un deserto, l’albero fiorito in un terreno selvaggio. A te solo debbo che il mio cuore non sia inaridito, che sia rimasto in me un punto accessibile alla grazia.

Narciso e Boccadoro (Hermann Hesse)

– Evidenziazione a pagina 510 | Pos. 7810-14 | Aggiunta il mercoledì 27 agosto 14 12:07:34 Ora media di Greenwich

Poi il malato spalancò gli occhi ancora una volta e fissò a lungo il viso dell’amico. Con gli occhi prese congedo da lui. E con un movimento, quasi tentasse di scuotere la testa, sussurrò: –Ma come vuoi morire un giorno, Narciso, se non hai una madre? Senza madre non si può amare Senza madre non si può morire.

Libri consigliati da Niccolò Fabi

http://www.wuz.it/articolo-libri/3442/consigli-lettura-niccolo-fabi.html

Intervista di Nicolò Fabi

“Credo che i libri, come i dischi, che ti rimangono più nella memoria siano quelli che hai letto o ascoltato in un’epoca in cui sei ancora carta bianca, vergine. Hanno la potenza di entrarti dentro. Quindi le prime letture del periodo 15/20 anni. Secondo me è difficile che dopo ce ne siano di così potenti. Prendo quattro libri a caso: Il testamento di Rainer M. Rilke, Il libro dell’inquietudine di Fernando Pessoa, L’uomo che ride di Victor Hugo, piuttosto che la La Divina Commedia di Dante. Mi ricordo che la Divina Commedia, anche al liceo, mi sconvolse, proprio perché era potentissima, al di là di tutti i significati che studiando dopo col tempo ebbi modo di approfondire, la vedevo come un viaggio, trip, psichedelico, assolutamente devastante. Mi ricordo che mi sembrava una cosa diversa da tutto quello che avevo avuto occasione di leggere. Più recentemente ho letto di meno perché ho una bambina di nove mesi e questo inevitabilmente modifica un po’ la tua quotidianità. Mi rendo conto che quando sto lì con lei non c’è niente di più arricchente. Comunque viaggiando sto leggendo l’ultimo libro di Nick Hornby, Shakespeare scriveva per soldi, che anche se non ha un modo di scrivere che tutto sommato mi entusiasma particolarmente, ho trovato avesse un titolo abbastanza divertente.
I libri consigliati da Niccolò Fabi

Il testamento, di Rainer M. Rilke
Il libro dell’inquietudine, di Fernando Pessoa
L’uomo che ride, di Victor Hugo
La Divina Commedia, di Dante Alighieri
Shakespeare scriveva per soldi, di Nick Hornby